
La Gestalt
La Gestalt
Il risvolto clinico di questi tre aspetti ermeneutici della relazione terapeutica si sintetizza nell’atteggiamento del terapeuta che si sente parte della situazione, sostiene l’aggressività della differenziazione, si colloca nel ruolo di cura, resta al confine di contatto con i sensi, più che con categorie mentali.
Lo scopo della cura è che il paziente ripristini la spontaneità nel contattare l’ambiente. Secondo la psicoterapia della Gestalt Therapy, ciò che cura non è la comprensione razionale e quindi il controllo del disturbo, bensì qualcosa che ha a che fare con aspetti processuali ed estetici. La cura consiste nell’aiutare il paziente a vivere pienamente rispettando la propria innata capacità di regolarsi nella relazione, e non solo a livello verbale, ma soprattutto a livello di spontanea attivazione delle strutture neuro-corporee preposte alla vita di relazione. La spontaneità è l’arte di integrare la capacitá di scegliere deliberatamente (ego-function) con due tipi di sfondi esperienziali: le sicurezze corporee acquisite (id-function) e le definizioni sociali – o relazionali – di sé (personality-function).
Lo scopo ultimo della relazione terapeutica è che il paziente si senta interessato alla vita, con il permesso di essere creativo nel gruppo sociale di cui fa parte (Polster, 1988; Spagnuolo Lobb- Amendt Lyon, 2003). Ciò si applica non solo al setting individuale, ma anche a quello di coppia, a quello familiare o di gruppo.
Riassumere l’evoluzione della prassi gestaltica in poche righe non è certamente possibile. Per una trattazione sistematica rimando a Polster-Polster (1986), Yontef (1993), Spagnuolo Lobb (1990; 2003b).
La capacità del terapeuta di creare un contesto in cui il paziente possa sviluppare la propria integrità si attua attraverso una “danza” tra terapeuta e paziente. Non è la tecnica esercitata da una persona esperta su un’altra persona che chiede aiuto, è la co-creazione di un confine di contatto in cui i valori, le personalità, i modi personali di affrontare la vita giocano un ruolo fondamentale. È la danza che il terapeuta, con tutta la sua scienza e la sua umanità, e il paziente, con tutto il suo dolore e la sua volontà di guarire, creano per ricostruire il ground su cui poggia la vita di relazione, il senso di sicurezza nella terra e nell’altro, e quindi il lasciarsi andare nell’intimità.